Serate bibliche

Meditazioni a cura di Angelo Reginato

Prima serata: Es 32, 1-14

1 Il popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dal monte, fece ressa intorno ad Aronne e gli disse: “Fa’ per noi un dio che cammini alla nostra testa, perché a Mosè, quell’uomo che ci ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto”. 2Aronne rispose loro: “Togliete i pendenti d’oro che hanno agli orecchi le vostre mogli, i vostri figli e le vostre figlie e portateli a me”. 3Tutto il popolo tolse i pendenti che ciascuno aveva agli orecchi e li portò ad Aronne. 4Egli li ricevette dalle loro mani, li fece fondere in una forma e ne modellò un vitello di metallo fuso. Allora dissero: “Ecco il tuo Dio, o Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto!”. 5Ciò vedendo, Aronne costruì un altare davanti al vitello e proclamò: “Domani sarà festa in onore del Signore”. 6Il giorno dopo si alzarono presto, offrirono olocausti e presentarono sacrifici di comunione. Il popolo sedette per mangiare e bere, poi si alzò per darsi al divertimento.
7Allora il Signore disse a Mosè: “Va’, scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto, si è pervertito. 8Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: “Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto””. 9 Il Signore disse inoltre a Mosè: “Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervice. 10Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farò una grande nazione”. 11Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: “Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto con grande forza e con mano potente? 12Perché dovranno dire gli Egiziani: “Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra”? Desisti dall’ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. 13Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: “Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre””.14 Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.

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Seconda serata: Qo 12, 9-14

9 Oltre a essere saggio, Qoèlet insegnò al popolo la scienza; ascoltò, meditò e compose un gran numero di massime. 10Qoèlet cercò di trovare parole piacevoli e scrisse con onestà parole veritiere. 11Le parole dei saggi sono come pungoli, e come chiodi piantati sono i detti delle collezioni: sono dati da un solo pastore. 12Ancora un avvertimento, figlio mio: non si finisce mai di scrivere libri e il molto studio affatica il corpo. 13Conclusione del discorso, dopo aver ascoltato tutto: temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché qui sta tutto l’uomo.14Infatti, Dio citerà in giudizio ogni azione, anche tutto ciò che è occulto, bene o male.

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Terza serata: Ger 1, 1-12

1 Parole di Geremia, figlio di Chelkia, uno dei sacerdoti che risiedevano ad Anatòt, nel territorio di Beniamino. 2A lui fu rivolta la parola del Signore al tempo di Giosia, figlio di Amon, re di Giuda, l’anno tredicesimo del suo regno, 3e successivamente anche al tempo di Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda, fino alla fine dell’anno undicesimo di Sedecìa, figlio di Giosia, re di Giuda, cioè fino alla deportazione di Gerusalemme, avvenuta nel quinto mese di quell’anno.
4Mi fu rivolta questa parola del Signore:5“Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni”.6Risposi: “Ahimè, Signore Dio, ecco, io non so parlare, perché sono giovane”.7Ma il Signore mi disse: “Non dire: “Sono giovane”. Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò e dirai tutto quello che io ti ordinerò.8Non aver paura di fronte a loro perché io sono con te per proteggerti”. Oracolo del Signore.9Il Signore stese la mano e mi toccò la bocca, e il Signore mi disse: “Ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca.10Vedi, oggi ti do autorità sopra le nazioni e sopra i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare”.11Mi fu rivolta questa parola del Signore: “Che cosa vedi, Geremia?”. Risposi: “Vedo un ramo di mandorlo”. 12Il Signore soggiunse: “Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla”.

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Domenica 22 Maggio – Festa della Comunità

Domenica 22 Maggio 2011 – Festa della comunità
(scarica il programma)

Una comunità radunata dallo Spirito Santo che prega, ascolta la parola di Dio, celebra l’Eucaristia, vive l’amore fraterno, pratica la carità.

Lunedì 16: Mosè – Martedì 17: Qohelet – Mercoledì 18: Geremia


“Tre serate bibliche
in parrocchia” per aiutarci a meditare e contemplare la PAROLA
“Mosè. Qohelet, Geremia: Ministri della parola nella storia”

Proposta di preghiera con la celebrazione del Vespero, la proposta di meditazione, silenzio e conclusione:
gli incontri si terranno in Chiesa parrocchiale dalle ore 21 alle 22,30. Conduce Angelo Reginato, biblista.

Un po’ di deserto per ritrovare se stessi, per incontrare Dio, per riscoprirsi fratelli.

Sabato 21 Maggio Ore 21, in Oratorio

“Francesco: meditazione profonda utile gioiosa” – Spettacolo teatrale (Locandina)

Domenica 22 Maggio Ore 10,30

Solenne celebrazione eucaristica presieduta da don Vittorio in occasione del quarantesimo anniversario della sua ordinazione presbiterale. Questa Santa Messa é unificata: non ci saranno le Sante Messe delle ore 10 e 11,30 in Chiesa Parrocchiale né quella delle 10,30 in Chiesa Vecchia.

Seguirà un aperitivo sul sagrato e il pranzo alle ore 12,30 (iscrizioni in ufficio parrocchiale): al pomeriggio giochi e divertimenti in Oratorio.

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Ricordando Karol Wojtyla

Giovanni Paolo IIOggi, in San Pietro, la beatificazione di Karol Wojtyla

Vedi la galleria fotografica sulla vita di Karol

Dalla “Redemptor hominis”, enciclica programmatica del suo pontificato:

Gesù Cristo va incontro all’uomo di ogni epoca, anche della nostra epoca, con le stesse parole: «Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi». Queste parole racchiudono una fondamentale esigenza ed insieme un ammonimento: l’esigenza di un rapporto onesto nei riguardi della verità, come condizione di un’autentica libertà; e l’ammonimento, altresì, perché sia evitata qualsiasi libertà apparente, ogni libertà superficiale e unilaterale, ogni libertà che non penetri tutta la verità sull’uomo e sul mondo. Anche oggi, dopo duemila anni, il Cristo appare a noi come Colui che porta all’uomo la libertà basata sulla verità, come Colui che libera l’uomo da ciò che limita, menoma e quasi spezza alle radici stesse, nell’anima dell’uomo, nel suo cuore, nella sua coscienza, questa libertà. Quale stupenda conferma di ciò hanno dato e non cessano di dare coloro che, grazie a Cristo e in Cristo, hanno raggiunto la vera libertà e l’hanno manifestata perfino in condizioni di costrizione esteriore! (RH 12, 3)

Gesù Cristo è la via principale della Chiesa. Egli stesso è la nostra via «alla casa del Padre», ed è anche la via a ciascun uomo. Su questa via che conduce da Cristo all’uomo, su questa via sulla quale Cristo si unisce ad ogni uomo, la Chiesa non può esser fermata da nessuno. Questa è l’esigenza del bene temporale e del bene eterno dell’uomo. La Chiesa, per riguardo a Cristo ed in ragione di quel mistero che costituisce la vita della Chiesa stessa, non può rimanere insensibile a tutto ciò che serve al vero bene dell’uomo, così come non può rimanere indifferente a ciò che lo minaccia. (RH 13, 2)

La Chiesa non può abbandonare l’uomo, la cui «sorte», cioè la scelta, la chiamata, la nascita e la morte, la salvezza o la perdizione, sono in modo così stretto ed indissolubile unite al Cristo. E si tratta proprio di ogni uomo su questo pianeta, in questa terra che il Creatore ha dato al primo uomo, dicendo all’uomo e alla donna: «Soggiogatela e dominatela». Ogni uomo, in tutta la sua irripetibile realtà dell’essere e dell’agire, dell’intelletto e della volontà, della coscienza e del cuore. L’uomo, nella sua singolare realtà (perché è «persona»), ha una propria storia della sua vita e, soprattutto, una propria storia della sua anima. L’uomo che, conformemente all’interiore apertura del suo spirito ed insieme a tanti e così diversi bisogni del suo corpo, della sua esistenza temporale, scrive questa sua storia personale mediante numerosi legami, contatti, situazioni, strutture sociali, che lo uniscono ad altri uomini, e ciò egli fa sin dal primo momento della sua esistenza sulla terra, dal momento del suo concepimento e della sua nascita. L’uomo, nella piena verità della sua esistenza, del suo essere personale ed insieme del suo essere comunitario e sociale – nell’àmbito della propria famiglia, nell’àmbito di società e di contesti tanto diversi, nell’àmbito della propria nazione, o popolo (e, forse, ancora solo del clan, o tribù), nell’àmbito di tutta l’umanità – quest’uomo è la prima strada che la Chiesa deve percorrere nel compimento della sua missione: egli è la prima e fondamentale via della Chiesa, via tracciata da Cristo stesso, via che immutabilmente passa attraverso il mistero dell’Incarnazione e della Redenzione. (RH 14, 1)

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1 Maggio: Festa dei lavoratori

San Giuseppe LavoratorePregare per il lavoro in una stagione di crisi

di Walter MAGNONI
Responsabile Servizio per la Pastorale sociale e il lavoro

Viviamo in un tempo frenetico dove siamo spesso di corsa anche per andare al lavoro e affrontando il traffico del mattino e della sera, sottoponendoci a ritmi che facilmente generano stress. Ma ci sono anche persone che hanno nostalgia di questa fretta e invece vivono la tristezza per un lavoro che non c’è più. Per qualche giovane si tratta, invece, di un lavoro che non c’è ancora e che genera scoraggiamento.
Da tutto questo sorge un interrogativo: cosa fare in un tempo dove in tanti sono senza lavoro? La domanda è seria e interpella tutte le persone. Una delle priorità diviene quella di riflettere su come “inventare” nuove opportunità lavorative, tenendo conto del fatto che il mondo negli ultimi anni ha subito drastici mutamenti. Alcune professioni sono scomparse e ne sono sorte delle altre. In particolare, tramite l’avvento di Internet, le trasformazioni sono state notevoli.
Appare sempre più evidente che, per uscire dalla crisi, servono nuove idee e la capacità imprenditoriale di sostenerle al fine di ricreare occupazione. È la grande sfida del nostro tempo i cui riflessi ricadono poi su casa, famiglia, tempo libero e tanti altri aspetti non secondari. Come cristiani ci è chiesto anche di fermarci e invocare il nostro Dio con la fede di chi sa che «se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori» (Sal 127,1) …  (continua a leggere sul sito della diocesi)

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Pasqua 2011: piccola rassegna stampa

Articolo di G. Ravasi su Avvenire del 24 Aprile 2011

Articolo di P. Sequeri su Avvenire del 24 Aprile 2011

Lettere a Carlo Maria Martini sul Corriere della sera del 24 Aprile 2011

Omelia di Benedetto XVI per la Veglia Pasquale 2011 su Avvenire del 24 Aprile 2011

Articolo per la Veglia Pasquale 2011 presieduta da Tettamanzi su Avvenire (testo integrale dell’omelia)

Il senso della Pasqua per chi non crede – Articolo di Carlo Maria Martini su Avvenire del 15 Aprile 2011

Testo integrale dell’omelia di Tettamanzi per la Domenica delle Palme del 17 Aprile 2011

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